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"L'interezza non è il mio forte,
per essere a mio agio ho bisogno di una parte"
(Giorgio Gaber)



È da una frase di Gaber che prende il nome la compagnia di teatro civile che nasce a Torino il 9 marzo del 2003.

C'era da tempo, tra i fondatori della compagnia, l'idea che si potesse coniugare l'anima artistica con l'anima sociale, fare in modo che il teatro sia uno strumento per affrontare temi e contenuti che riguardano la società, gli individui, il vivere insieme e il lottare per migliorare la propria vita e quella degli altri.

Debutta nell'aprile dello stesso anno con lo spettacolo "Io se fossi Gaber".
Gaber era morto da pochi mesi, i fondatori della compagnia stavano preparando uno spettacolo su di lui dall'anno prima. Dopo la sua morte si sono frenati perché non volevamo finire nella mandria di avvoltoi che sfruttavano il momento.
Però sempre più pressante è cresciuta l'incazzatura perché i media iconizzavano solo un frivolo esecutore di simpatiche ballate da italietta del boom.
Allora si decide di debuttare. Più che un omaggio, un impeto. Un impulso intenzionalmente seguito, per raccontare un Gaber diverso, politico, ispido, tagliente, che scruta dentro.
Quel teatro ironico che non ti fa dormire tranquillo.
Cosa che la compagnia continua a fare da 21 anni.


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