il manifesto
l'appartenenza
Sentirsi parte di. Essere parte di.
Esserci anche quando non ci si è fisicamente. Non è il fare o il sostituire gli altri nel fare dei pezzi, ma partecipare delle scelte e delle priorità.
Condividere il senso, questo fa la differenza.
Il teatro come mezzo per entrare in contatto con temi, con realtà, rispetto alle quali c'è una posizione da prendere, una scelta politica da agire...
Allargare e crescere, guardare al futuro, pensare che in futuro altri possano recitare con noi o al nostro posto e pensare altri ruoli...
Il senso di appartenenza va oltre alla sfera personale, ai ritorni, al senso narcisistico di apparire o di prendere applausi.



la gruppalità
Avere obiettivi comuni, identificare un collettivo con cui confrontarsi e con cui agire.
I principi condivisi e le azioni condivise creano collante di gruppo.
Il gruppo ha un percorso... va curato, dal punto di vista dinamico e dal punto di vista artistico e teatrale.
Il teatro è una esperienza incisiva nella vita di tutti.
Sono importanti le modifiche personali, teatrali e umane.
Coltivare la fiducia: i progetti comuni sono comuni quindi la distribuzione può non essere equa. Dipende da energie, tempo, competenze.
Ciò che ognuno fa, lo fa per il gruppo.



la responsabilità
Prendersi cura, farsi carico di un aspetto e gestirlo, tenerlo, realizzarlo, all'interno del collettivo ma in prima persona. Prendersi una responsabilità è diverso dall'essere operativi. Significa prendersi carico del concreto, dell'argomento, delle azioni e delle conseguenze, risolvere gli eventuali problemi, al di là di chi "agisce".



le relazioni economiche
Tutto si fa per incontrare, toccare più persone possibili con quello che abbiamo da dire.
Vivendo in un mondo che riconosce ancora nel denaro un mezzo indiscutibile di scambio, e avendo deciso di non far dipendere le nostre scelte da contributi pubblici, chiediamo solo ciò che ci serve per esistere e continuare ad agire.
Per gli spettacoli, un contributo per la compagnia e il rimborso spese, da discutere a seconda dell'interesse, del posto, dell'interlocutore...ma non in base a quanto è gonfio il portafoglio di chi ci sta di fronte.
Per i teatri, un biglietto d'ingresso che metta d'accordo lo spirito con le tasche.
Per i per-corsi, una cifra che basti a coprire le spese vive della sede e dell'organizzazione.
Anche in questo cerchiamo di perseguire concretamente i principi di base della compagnia, spesso muovendoci in circuiti di economia alternativa e non speculativa, ma relazionandoci volentieri con chiunque abbia voglia di ascoltarci...



la molteplicità
Esistono dimensioni personali che spesso faticano a trovare simbiosi, a trovare coesistenza in me quale unico soggetto...
Al contempo, non trova quiete la ricerca di un miglioramento, di un'altra maschera da togliersi.
Non riesco ad essere appagato da me oggi.. senza avere intenti che divorino con gli occhi il futuro... che cerchino nuove realizzazioni, nuove sfumature completanti e compenetranti.
Da questa indefinizione mi muovo.
In questa inesattezza cerco relazioni e percorsi comuni.
Condividere con altri la mia scomposta essenza. Violare la convenzione, affrontando il frazionamento schizoide di questi nostri tempi.



la scomodità
Seduti sulle seggiole... il meglio ha da venire... le seggiole han da saltare... le nostre... quelle di chi ci guarda... han da saltare...
altrimenti, se le seggiole non saltano, lo spettacolo non è buono...
E' una questione di fermentazione... quando il teatro civile esplode... chi lo guarda... fosse anche l'uomo più assopito del mondo... non può continuare a dormire...




E quindi son teatrante.
Ma non professionista perchè non lo faccio per professione,
ma neanche dilettante perchè non lo faccio per diletto.

Sono teatrante appassionato e passionale.
In compagnia pasionaria.