Il settimo azzardo
E chill'ha detto che le recensioni che contano sono quelli dei critici, o di chi lo fa di mestiere?

Ecco i commenti del pubblico! degli amici, dei parenti, dei conoscenti, degli afiçionados, dei passatipercaso!

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...questa cosa mi frulla per la testa e devo proprio scrivervela...sono arrivata a casa e ancora con il maglione addosso cerco di scrivere un testo comprensibile...ho assistito al vostro spettacolo ad Almese e per prima cosa GRAZIE per quello che fate, perchè gli artisti servono sempre a questo mondo, perchè sanno tradurre in immagini, in manciate di parole quello che andrebbe scritto in centinaia di pagine...a me è arrivato dritto al cuore il vostro spettacolo, che quando mi sono alzata dalla poltrona mi veniva da piangere, che mi guardavo intorno a vedere se c'era qualcuno che saltasse in piedi urlando "no! io non ci sto, io non sono una pecorella, io posso vivere, scegliere, sono libero, non sono ancora fottuto..."...
...pensando ciò mi sono adoperata a cercare un passaggio verso casa, visto che uscire dal gregge nell'immediato mi ha portato a muovermi in autostop e a piedi (ma tutte le monete che avevo in tasca le ho messe nel cappello giuro)....passaggio rimediato dalla coppia seduta a fianco a me che decide di fornirmi l'interpretazione dello spettacolo...il marito (che scopro essere un promotore finanziario) sostiene che il tema dello spettacolo sia chiaramente il gioco d'azzardo e i soldi, ovvero la storia di una ragazza che aveva fatto come tutti delle positive scelte razionali (il lavoro, la relazione...) che vengono stravolte dall'irruzione dell'elemento irrazionale nella sua vita ... sempre secondo lui, avete peccato di aver utilizzato il superficiale stereotipo del paragone finanza-gioco d'azzardo quando in realtà con i soldi si possono fare tante belle cose con la finanza "non etica, utile", sottolinea... rimango allibita, e nei 40 minuti di salita a piedi verso la casa in mezzo ai monti in cui sono nata ho tempo di riflettere e di chiedermi se sono io la pazza visionaria che ci ha visto una geniale metafora della vita, dal comprendere come non si abbia nulla da perdere, tranne una vita affittata a qualcun'altro, uno stipendio utile a pagare la benzina per andare a lavorare, una casa in cui non hai tempo di stare, una relazione vuota, un senso del dovere che ti convince non c'è scelta, crea l'illusione di una gabbia, in cui rimani intrappolata, finchè non perdi tutto, per poi capire che in realtà non hai perso niente, perchè non avevi niente da perdere, solo, ora, sei libera, libera di essere irresponsabile, libera da una vita scelta da altri..
fata