


stagione 2004-2023"Ci sono parole, sostantivi, che diventano improponibili in alcuni periodi storici.
Segnali chiari di argomenti sensibili, suscettibili,
infiammanti le code di paglia..."
Parlare di femminile oggi, senza essere tacciati di femminismo e contemporaneamente rimanendo slegati dalla distinzione uomo-donna è impresa quasi impossibile. Il femminile è collettivamente, culturalmente, rinchiuso in categorie, etichette, termini che sono il risultato del potere della cultura maschile separante.
La donna-oggetto, nelle sue sfumature antiche e contemporanee, è uno dei prodotti più emblematici di questa cultura.
Dalla caccia alle streghe alla legge sulla fecondazione assistita, passando dal pensiero di Simone de Beauvoir e Kate Millet, rivisitando il pensiero di Freud ancora dominante, attingendo dai pregiudizi datati storicamente, dalla cultura popolare tradizionale, dal linguaggio di strada e da quello mediatico, ma anche accennando a testimonianze e studi medici sulle differenze di genere, per dare voce a quel femminile così temuto, allontanato, separato dalla cultura perchè slegato dalle distinzioni tra uomo e donna, che si manifesta come molteplicità, energia che sovverte gerarchie e ruoli mettendo tutto allo stesso piano.
Donne e uomini.
Chi governa e chi no.
Lo spettacolo è il risultato di un percorso di documentazione, di studio, di elaborazioni e confronti a cui è seguita la scrittura del testo della sceneggiatura, dove ogni parola, ogni pausa di punteggiatura, ha un valore comunicativo ed evocativo.
La formula è quella del teatro civile, già patrimonio genetico dell'associazione.
Come aedi e rapsodi della Grecia antica, trovatori delle corti medioevali o maschere della Commedia dell'Arte: artisti girovaghi, detentori della memoria popolare, spesso vati scomodi del destino di un'epoca, divulgatori di notizie, saggi e insieme cinici opinionisti sull'uomo e i suoi valori, viaggiano di città in città, ognuno nel proprio tempo e nella propria storia di cittadini, varcando ogni confine parlando una lingua comprensibile a tutti, quella dell'espressione artistica.
Diversi attori si aggirano, narrando fatti, storie, pensieri, accompagnandoli a gesti, musica, come fossero anime di un unico personaggio, un unico protagonista.
Il femminile.

Qualcuno ci diceva che eravamo fuori tempo, che il femminismo aveva già dato, che non c'era più niente da dire, che era un argomento superato...
Ma non ne eravamo convinti.
Parlare di femminile non è fare femminismo...
e già questa pregiudiziale ci arrivava come stimolante...
Così abbiamo discusso, letto, approfondito.
Testi e confronti, definizioni e scelte.
Simone de Beauvoir, Kate Millet, Freud, la legge sulla procreazione assistita, il Malleus Maleficarum, Aristotele e Torquemada, la tradizione della donna 'pizzicata', Master e Johnson, Marlene Dietrich e Buttiglione.
Sceneggiatura, musica, parole.
E poi virgole, respiri, teatralità...
Qualcuno ci dice ancora che siamo fuori tempo.
Ma non ne siamo convinti.
E i più si riconoscono, si fermano, riflettono; uomini e donne, giovani e meno. Alla ricerca di un pensiero libero da pregiudiziali che, senza rinunciare all'ironia, proponga un modello di relazione più condiviso, meno violento, molto più umano.